CANAPA E CBD

Oggi sembra strano pensarlo, ma l’Italia è stata per secoli, fino alle prime decadi del ‘900, il secondo produttore mondiale di canapa dopo l’Unione Sovietica. In tutta la penisola, ancora nel 1910, si coltivavano a canapa oltre 80mila ettari di terreni, oltre la metà dei quali in Emilia-Romagna.

La coltivazione della canapa era diffusa fino alla prima metà del Novecento in tutta l’Umbria, sia nelle zone di fondovalle che in alta montagna. In Valnerina, in particolare, la canapa veniva seminata lungo le sponde del fiume Nera in terreni denominati tuttora “le canapine” o in alta montagna, come ad esempio a Gavelli, a Monteleone di Spoleto, Castelluccio di Norcia. Per la lavorazione e trasformazione della canapa in fibra tessile ci si avvaleva dell’aiuto di canapari e dei funari, artigiani specializzati nella cardatura e pettinatura della canapa e, soprattutto, nella sua trasformazione in corde.

Tra le due grandi guerre del XX secolo, con il pretesto delle proprietà psicoattive del THC contenuto nella pianta, le lobby della carta e della petrolchimica americana montarono una violenta campagna mediatica contro la cannabis, che sfociò, nel 1937 -durante gli anni della grande depressione- nella politica proibizionista che vietò, di fatto, anche la coltivazione della canapa industriale.

Oggi, la canapa sta godendo di nuovo interesse grazie ai nuovi contesti legislativi che si stanno profilando nei diversi paesi: la canapa è una pianta straordinaria nella sua complessità, oltre ai suoi molteplici utilizzi -tessile, alimentare, edilizia, produzione di carta, materie plastiche e combustibili- questa pianta contiene almeno altri 85 composti con proprietà farmaceutiche.

Nel Dicembre del 2016, in Italia è stata promulgata una legge, la numero 242, per stimolare la filiera della canapa industriale. Questa legge sta dando la spinta definitiva ad una moderna filiera della canapa italiana, sfruttando le potenzialità di questa pianta nei più disparati settori di utilizzo e le sue doti dal punto di vista ambientale che la rendono una coltura adatta a combattere l’inquinamento, ridurre gli effetti dell’attività umana sul clima e in generale contribuire a creare un modello sostenibile di sviluppo economico.

Il CBD è un cannabinoide contenuto nella Cannabis, secondo per fama solo al THC; quest’ultimo è famoso per la sua natura psicoattiva, illegale in quasi tutto il mondo, mentre il CBD offre straordinarie proprietà nutraceutiche, pur essendo non-psicoattivo.  Il CBD interagisce direttamente con il sistema endocannabinoide: questo è un sistema di comunicazione intercellulare che percorre tutto il nostro organismo, compreso il cervello, importante per la sua capacità di modulare e mantenere stabile il metabolismo del nostro corpo.

Il CBD sta riscontrando sempre più interesse in Europa e nel mondo, infatti, esistono già decine di aziende che commercializzano prodotti a base di CBD per favorire e proteggere il corretto funzionamento dei processi metabolici e delle difese immunitarie, ma anche per attenuare stress, ansie e insonnia. Grazie alle proprietà calmanti, antinfiammatorie, analgesiche il CBD viene utilizzato anche nelle terapie riabilitative e post-traumatiche. Recenti studi hanno inoltre dimostrato che il CBD è dotato di proprietà antiossidanti e antisettiche. Il CBD è una delle sostanze terapeutiche presenti in natura più potenti, tanto che l’industria farmaceutica impiega questo principio attivo per la produzione di medicinali destinati a malati di sclerosi multipla, epilessia, glaucoma e diverse forme di cancro.

Fintanto che il legislatore non decida di normare in maniera precisa i prodotti a base di cannabis, abbiamo deciso di allinearci alla politica degli altri operatori del settore, quindi vendiamo i nostri prodotti con il solo scopo di “uso tecnico, collezionismo e ricerca”. Si precisa che la nostra biomassa è stata ottenuta ai sensi della legge 11 Dicembre 2016, n°242. Il nostro prodotto non contiene materiali o sostanze dannose all’uomo.

Quale che sia la ricerca che state immaginando di intraprendere, noi di Hempiness sconsigliamo vivamente di fumare i nostri fiori, in quanto non è questa la loro destinazione d’uso, né la maniera corretta di assumere i principi attivi presenti nelle piante medicinali.